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PRIME TESTIMONIANZE DEL TATUAGGIO IN EPOCA PREISTORICA
  
Le prime tracce della comparsa del tatuaggio sono di epoca preistorica, risalenti al periodo Neolitico, e la sua genesi certo non può essere racchiusa entro limiti spazio-temporali rigidi e definiti, ma deve essere inscritta in maniera più ampia nella storia dell'evoluzione dell'uomo e nella sua crescita culturale, poiché trova il suo sviluppo negli incontri e negli scambi da uomini provenienti da diverse terre.
Nella ricerca delle prime testimonianze di un tatuaggio dobbiamo fare un salto indietro di decine di migliaia di anni, nell'epoca che gli storici chiamano Età della pietra, quando sappiamo essersi diffuso il culto della “Dea Madre”.
Si trattava di un culto primordiale che metteva al centro il potere generatore della vita della donna e di cui abbiamo testimonianze dalla Siberia ai Pirenei, riconducibili a una finestra temporale che va da 30.000 a 10.000 anni fa.
A quest'era risalgono pitture rupestri, incisioni e sculture, dove il soggetto femminile appare spesso adornato da punti e linee sul corpo nudo, in particolare su viso, mani, avambracci e gambe, che secondo alcuni archeologi e paleontologi sarebbero le prime manifestazioni di scarificazioni, ovvero la prima forma di tatuaggio.
Ritrovamenti analoghi sono stati rinvenuti anche in Italia, in particolare in Daunia, un territorio che anticamente poteva comprendere l'area del Gargano, dai Monti Daunii al tavoliere delle Puglie.
In questi luoghi sono state rinvenute diverse statue stele che documentano la pratica di tatuaggi e scarificazioni.
Nello specifico, merita di essere citato il ritrovamento nella grotta Pacelli, presso Castellana Grotte in Puglia, antico luogo di culto e sepolture, di una testina di donna in terracotta databile tra il 3900 e il 3500, a.C.  
visi tatuato
Testina di Cala Scizzo (a sinistra) da Grotta Marina (Ba) del 5.000 a.C. e di Grotta Pacelli (a destra) da Castellana Grotte (Ba) del 4.500 a.C.
  
Questo ritrovamento rappresenta uno dei più antichi ritratti femminili mai trovati.  
Sul viso si notano delle linee sotto gli occhi interpretabili come tatuaggi o scarificazioni, simili a quelle delle altre statue rinvenute nell'Occidente euroasiatico, e riconducibili anch’esse al culto della Grande Madre.
Un'altra statua analoga è stata ritrovata sempre in una grotta in Puglia, presso Cala Scizzo. Anche in questo caso sotto gli occhi sono presenti scarificazioni o tatuaggi che ricordano quella della testa di grotta Pacelli e delle altre statue rinvenute in area balcanica.

Inizia così velocemente a delinearsi una mappa del tatuaggio che abbraccia Europa, Asia e che tocca anche l'Italia, ovviamente, a partire già dal III millennio a.C.
Sembra infatti possibile vedere una trama di una cultura comune che fa perno sul culto della Dea Madre e su una società matrifocale, dove le donne erano tatuate ed erano detentrici del potere e della conoscenza.
Le scoperte archeologiche più rilevanti relative a corpi mummificati con la presenza di tatuaggi, si snoda dal Cile alla Siberia, con particolare attenzione proprio al nostro Paese.
Sacerdotessa di Hator
Mummia Chinchorro
Nel 1914 presso Arica in Cile, furono scoperte 96 mummie riconducibili alla cultura Chinchorro, almeno una delle quali, identificata come corpo di sesso maschile, denota la presenza di tatuaggi sul viso.

  
Lo snodo principale di questo percorso di ritrovamenti arriva proprio dall'Italia, questa volta dal Nord Italia al confine con l'Austria, dove nel 1991 sulle Alpi Venoste in Alto Adige è stata ritrovata la celeberrima mummia di “Similaun” (dal nome della montagna dove è avvenuto il ritrovamento).
Questa mummia è nota al mondo con il nome di Otzi, l'uomo dei ghiacci.  
bergamo tattoo
Otzi, la mummia di Similaun
antico tattoo
Mummia di Pazyryk
  
Vissuto durante l'età del rame, tra il 3300 e il 3100 a.C. sul suo corpo sono stati individuati 61 tatuaggi che pare avessero scopi curativi.

Ulteriore importante ritrovamento, datato tra il 1.300 e il 1.070 a.C., fu scoperto in Egitto nei pressi di Deir El-Medina.

Continuando il nostro viaggio spaziale e temporale, ci spostiamo sulle montagne  dell' Altaj e Pazyryk, nella Siberia Sud orientale.
In questa regione ci sono stati due ritrovamenti eccezionali che permettono di costruire un quadro simbolico sorprendente dei tatuaggi delle popolazioni nomadi.
Queste sepolture sono datate tra il 600 e il 300 a.C. e riportano disegni estremamente raffinati, intrecciati tra loro in un motivo complicato fatto di animali fantastici, probabilmente raffiguranti divinità e animali reali.
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